Ragazza con jeans strappati
Mamma e bambino

Vestiti dei figli? Lasciamo scegliere a loro cosa indossare

Il look, un po’ come la grafia, è spesso indicativo di uno stile, di una personalità ben definita. Forse per questo i più giovani, ancora non pienamente consapevoli del loro carattere, amano pensare da sé al loro vestiario e mal tollerano l’ingerenza dei genitori nello scegliere i capi di abbigliamento che compongono il guardaroba.

Ecco perché, anche dal punto di vista della psicologia, è il caso di lasciar liberi i ragazzi di vestirsi come meglio credono (ovviamente nei limiti della decenza).

Bimbi ed adolescenti

I vestiti, perlomeno quelli più amati dai bambini, sono in genere comodi, non costringono a determinate posizioni e consentono di giocare, muoversi e sgambettare in piena libertà.

Soltanto dopo i primi contatti con i loro simili i piccoli iniziano a riconoscere nell’abbigliamento una sorta di status symbol, un qualcosa che in qualche modo può equipararli agli altri o differenziarli dai coetanei.

Da adolescenti la faccenda si complica un po’ perché, oltre ad esprimere sé stessi attraverso un determinato modo di vestire ed apparire comunque parte di un branco, i ragazzi devono anche affrontare puntualmente le lamentele dei genitori che vedono nel loro modo di abbigliarsi un atteggiamento provocatorio, un insulto alla decenza, una troppo ostentata sensualità e quant’altro.

Perché i giovani adottano un certo look?

Innanzitutto perché vogliono in qualche modo essere simili ai membri della comunità virtuale o reale che più stimano.

In secondo luogo perché molte volte dietro una maglia da atleta o un paio di tacchi un po’ troppo alti si nasconde un desiderio di identificazione: si vorrebbe somigliare ad un calciatore famoso, ad un’attrice o perché no, alla mamma.

In ultimo non bisogna dimenticare mai un aspetto importantissimo della questione: in questa fase i ragazzi si reputano sempre sbagliati. Il loro corpo in perenne metamorfosi li spaventa, spesso appare loro poco piacevole proprio mentre si comincia a provare attrazione per l’altro sesso. Ciò ovviamente crea una forte insicurezza nei ragazzi che decidono di mascherare la loro fragilità dietro un certo look apprezzato dalle masse.

La fase di ribellione

A questo punto, soprattutto quando i genitori proprio non vogliono saperne di acquistare determinati vestiti per i loro pargoli, inizia la fase di ribellione, resa oggi molto più semplice dall’avvento delle nuove tecnologie.

Le gonne si accorciano appena varcata la soglia di casa, le camicie che nascondevano magliette provocatorie e dissacranti vengono messe bene in mostra e quant’altro.

L’acquisto di questi capi poi è semplice come mai prima d’ora: internet infatti la fa da padrona anche sotto questo punto di vista.

Non è comunque detto che i vestiti che piacciano agli adolescenti o ai bambini siano tutti fuori luogo o poco apprezzabili dai genitori. Il sito kids.spio.it ad esempio offre a tutti la possibilità di acquistare capi di abbigliamento adatti ad ogni circostanza, ad ogni tasca ed altamente personalizzabili.

Permettete, dopo questa parentesi, un suggerimento: cercate di trovare un compromesso tra la libertà di scelta di vostro figlio e la necessità dei genitori di conservare una certa immagine. Se il ragazzo ha deciso di fare il bastian contrario non ostacolatelo e non preoccupatevi più di tanto: la fase di ribellione in genere sparisce una volta passata la primissima adolescenza. Basta stringere un po’ i denti…

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