L’importanza del ferro e come assumerlo con l’alimentazione
Il ferro regola molti degli equilibri interni del nostro corpo e una sua carenza può causare una serie di scompensi organici. Vediamo allora di saperne di più: prevenire è sempre meglio che curare.
A cosa serve il ferro
Questo minerale è implicato soprattutto nella sintesi di emoglobina (la proteina che dai polmoni trasporta l’ossinegeno a tutto il corpo) e mioglobina, che porta l’ossigeno ai muscoli.
Grazie ad esso inoltre è possibile attivare un certo numero di enzimi presenti nell’organismo e regolamentare la produzione ormonale. Il ferro è utile infine a migliorare le difese del sistema immunitario oltre che a permettere al nostro corpo di meglio tollerare situazioni fisicamente stancanti.
Carenza di ferro
Nel corso delle prossime righe cercheremo di capire come reagisce l’organismo quando va in riserva. Le dosi giornaliere di ferro da introdurre nel corpo variano, anche sensibilmente, in relazione a diversi parametri.
Una carenza di ferro può essere alquanto debilitante se non addirittura pericolosa. Per misura il livello di emoglobina nel sangue bisogna far riferimento al MCH, ovvero all’Emoglobina Corpuscolare Media che, come riportato a questa pagina su guidabenessere.com, è un valore che cambia a seconda del sesso e dell’età. Il sesso o l’età del soggetto sono degli indicatori standard in tal senso, le condizioni fisiche dell’organismo costituiscono invece dei parametri di riferimento individuali.
Sintomi della carenza di ferro
A farci sospettare che il nostro organismo sia in debito di ferro possono intervenire vari sintomi. Alcuni non sono poi tanto preoccupanti: è il caso del pallore, della spossatezza, del mal di testa e di una certa facilità a stancarsi.
Altri invece dovrebbero metterci un po’ più in allarme. La carenza di ferro infatti può intaccare la memoria o la capacità di concentrazione, renderci degli immunodepressi o addirittura agire sulla psiche determinando una certa irritabilità. Nei casi più gravi infine possiamo osservare, tra le altre cose, anche un deterioramento della cute e dei capelli.
Ad essere precisi la sintomatologia potrebbe essere ben più ampia rispetto a quella appena descritta. Abbiamo scelto però di elencare qui soltanto i fastidi più frequentemente osservati in pazienti con carenze di ferro.
Perché c’è una carenza di ferro
Vediamo adesso di capire quali possano essere le cause di un generale calo dei quantitativi di ferro presenti in corpo. Iniziamo col dire che le donne sono geneticamente più predisposte ad accusare il problema: gravidanza, allattamento al seno e mestruazioni sono infatti fonte per il corpo di un certo livello di stress.
Per quanto riguarda il periodo della gestazione, tanto per fare un esempio, l’organismo produce una mole maggiore di sangue scompensando quindi le quantità di ferro normalmente presenti nel corpo. All’approssimarsi del terzo trimestre poi il fabbisogno di questo minerale sembra letteralmente subire un’impennata.
Per evitare fastidi alla futura mamma e soprattutto rischi al piccolo, i medici che hanno in cura la donna monitorano costantemente tale valore. D’altra parte se così non fosse il bambino potrebbe nascere prematuro, poco sviluppato o trovarsi ad affrontare sin da subito gravi patologie.
Questo minerale non dovrà di certo mancare in una fase immediatamente successiva al momento del parto, quando il corpo adulto trasmette il ferro all’organismo del neonato mediante allattamento al seno.
Perdite di sangue particolarmente copiose, come in alcuni casi avviene in concomitanza con il ciclo o anche a seguito di interventi chirurgici ed incidenti, mettono anch’essi a dura prova l’individuo. Stesso discorso vale per coloro i quali abbiano patito degli attacchi diarroici o dei generici disturbi gastrointestinali oppure ancora per chi pratica intensa attività sportiva.
Va infine considerato il caso dei soggetti anemici i quali sono costantemente alle prese con carenze ferrose nel sangue. Esistono delle forme più o meno blande di questa malattia, ma è comunque necessario monitorare costantemente la situazione. In molti casi gli individui affetti da una qualsiasi forma di anemia o di talassemia saranno invitati dal medico ad assumere degli integratori mirati e/o e prestare particolare attenzione alla loro alimentazione quotidiana.
Cibi ricchi di ferro
I soggetti che accusano spesso fastidi derivanti da carenze di ferro dovrebbero rivedere le loro abitudini a tavola. In questi casi sarà bene incrementare, ovviamente nei limiti del consentito, il consumo di carni rosse o di legumi, ma anche di pesce e di verdure (soprattutto quelle a foglia verde). Utili sembrerebbero essere anche alimenti più “sfiziosi” quali la frutta secca oppure ancora la cioccolata amara.
Il corretto assorbimento del ferro, almeno in certi frangenti, può però avvenire solo se ai su citati piatti si assoceranno a cibi ricchi in vitamina C.
Alla luce di quanto sinora affermato, è semplice intuire che una dieta vegetariana o peggio ancora vegana non è assolutamente consigliata nel caso in cui si accusino delle carenze di ferro.
Pur rispettando le convinzioni etiche e morali di chi sceglie di evitare il consumo di prodotti di derivazione animale, il suggerimento resta in questi casi quello di chiedere ad un nutrizionista qualificato di ideare una dieta su misura. Purtroppo però non è possibile escludere del tutto l’eventualità di dovere sottostare a dei compromessi.