Donna con cicatrici
Viso e corpo

Cicatrici e sole: vivere la spiaggia senza vergognarsi

Cicatrici e spiaggia: non è esattamente un bel connubio, o almeno non lo è per chi ha qualche remore a mostrarle. D’altro canto questi piccoli e grandi sfregi che in alcuni casi marchiano a vita il corpo non possono essere esposti al sole con non chalance. Si tratta comunque di pelle ferita, compromessa e più delicata della norma e, come tale, da tutelare.

Cosa sono le cicatrici

Come scritto su www.studio-romano-fuhr.com, sito di specialisti in chirurgia plastica ed estetica, le cicatrici sono dei segni permanenti che non possono essere eliminati con nessuna tecnica chirurgica, ma soltanto migliorate mediante trattamenti medici e chirurgici che ne migliorano l’aspetto.

Protezione e rimedi

Quando finalmente si impara a convivere con le proprie ferite, fisiche e mentali, si accetta anche di prendersi cura di sé. In questo caso ciò significa utilizzare delle creme specifiche, idratare la cute e, se possibile, sottoporsi a scrub periodici.

Una buona norma è inoltre quella di non utilizzare antibiotici nel caso in cui si sia comunque costretti ad esporsi al sole. Consigliati sono invece gli antiossidanti il cui ciclo di assunzione dovrebbe iniziare almeno una ventina di giorni prima rispetto alla data per cui è prevista una possibile gita al mare.

Ma esistono dei rimedi per rimuovere, o quanto meno, rendere meno visibili le cicatrici? Al giorno d’oggi per fortuna sì: il laser è uno di questi. Inoltre, se possibile, i medici eviteranno a monte il problema utilizzando speciali tecniche di sutura oppure ancora operando in laparoscopia.

Cicatrici ed esposizione solare

Non è una leggenda metropolitana: proteggere le ferite chirurgiche, soprattutto quelle più recenti, dall’azione del sole è basilare, parola di dermatologi. Gli specialisti infatti raccomandano di non esporre al sole le ferite se non dopo che siano trascorsi almeno un paio di mesi dall’operazione.

Ma a quali rischi si andrebbe incontro prendendo sotto gamba questo suggerimento? Innanzitutto la ferita potrebbe iperpigmentarsi, ossia, essere rimarcata ed evidenziata da contorni molto scuri e sicuramente poco piacevoli alla vista. Come se non bastasse, i raggi UV rallenterebbero, e di molto peraltro, la guarigione delle ferite. Per questo motivo chiunque andasse a mare pur avendo da poco subito un’operazione dovrebbe aver cura di proteggere le eventuali cicatrici indossando, se necessario, vestiti o t-shirt e rinunciando, almeno per un anno, alla tintarella total body. Ma non è ancora tutto.

A detta dei dermatologi meglio sarebbe evitare anche particolari trattamenti di chirurgia estetica quali il filler oppure la biostimolazione o, in generale, tutte quelle operazioni correntemente eseguite nei centri di bellezza che prevedono l’uso di laser. La pelle, se segnata da ferite e cicatrici senza dubbio più vulnerabile, potrebbe soffrire in questi casi per un’infiammazione che peggiorerebbe esponenzialmente se si decidesse di prendere il sole. La cute inoltre potrebbe anche macchiarsi rovinandosi del tutto.

Adesso però arriva anche la buona notizia: quanto sinora affermato vale soprattutto per le cicatrici rosse, quelle ancora non del tutto guarite. Le cicatrici bianche invece potrebbero anche essere trattate con minore cautela dato che ormai quel tratto di pelle ha cominciato a “normalizzarsi”.

Perché vergognarsi delle cicatrici?

In molti, più che per un discorso legato a salute e prevenzione, nascondono le cicatrici per pudore. Hanno quasi vergogna a mostrarle, soprattutto quando le ferite sono particolarmente brutte a vedersi o interessano determinate aree del corpo. Prima di affrontare l’argomento torna forse utile distinguere i vari tipi di lesioni che è possibile rintracciare sulla cute. Distinguiamo allora delle cicatrici legate ad interventi necessari (tagli cesarei, asportazioni di masse tumorali, e così via), altre derivanti da operazioni estetiche mal riuscite (i classici ritocchini sfuggiti un po’ di mano), altre ancora da individuare come lo scotto da pagare per essere sopravvissuti a rovinosi incidenti ed altre purtroppo determinate da violenze subite (ad esempio sfregi causati dal contatto con acidi).

Psicologicamente tutte queste ferite possono avere impatti diversi ed essere quindi più o meno accettate dal soggetto. Ovvio che in nessun caso si potrà essere contenti di dover portare sul corpo uno sfregio a volte perenne, ma la situazione peggiorerà e causerà vergogna quando quel segno che deturpa il corpo in qualche modo mostra agli altri il proprio dolore o la propria fragilità interiore, le piccole e grandi tragedie confinate nella vita privata (vedi lo sfregio da acido di cui sopra) oppure l’impossibilità di tornare come si era prima dell’incidente o dell’operazione. Il corpo allora, nostro biglietto da visita nel mondo, non verrà più percepito come bello, curato e sano: si è diversi dagli altri o, in alternativa, si subisce un duro colpo al proprio ego, al proprio narcisismo.

 

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